Forte, ma gentile. La nostra Calabria oscilla tra i sapori decisi della soppressata e degli insaccati esaltati dal “fuoco” del peperoncino e la dolcezza dei fichi bianchi. Una cucina che ben descrive la personalità della nostra terra, divisa tra asprezze e dolcezze. Non a caso si dice “siamo quello che mangiamo”. Eccellenti materie prime cucinate con semplicità: questo è il binomio di una tradizione gastronomica di ascendenza contadina e marinara, che profuma di genuino. I piatti che ornano le tavole dei nostri borghi e allietano le nostre pance raccontano profondi legami con il passato: di generazione in generazione si tramandano le ricette della nonna, una preziosa eredità fatta di piccoli gesti e tanta passione. Adesso chiudi gli occhi e inizia ad assaporare…
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Come un buon pranzo che si rispetti, cominciamo dagli antipasti. A stuzzicare l’appetito dei nostri commensali una grande varietà di salumi, generati da colui che è chiamato il “Re della cucina calabrese”: il maiale. Qui si dice infatti “A maru chi lu porco non ammazza” , sfortunato chi non ha maiali da macellare. Tra i prodotti di sua maestà spicca la Soppressata di Calabria DOP, un insaccato a denominazione d’origine protetta dal sapore intenso che si presenta in 3 diverse varianti: bianca, piccante e dolce. A far battere il cuore degli amanti del piccante è anche la famosa ‘Nduja PAT, una salsiccia a base di frattaglie di maiale dalla consistenza morbida e il colore rosso vivo, proprio come quello del peperoncino, un’altra divinità 100% calabrese. Spalmata sopra una fetta di pane caldo fatto in casa (magari cotto nel forno a legna) e abbinata a un calice di rosso locale acquista un fascino, o meglio un sapore, impareggiabile. Ma è sempre meglio andarci piano se non hai un po’ di dimestichezza con il piccante! A soddisfare il gusto degli affezionati dei formaggi un’infinità di pecorini, caciocavalli e provolette. Anche le preparazioni in conserva si distinguono tra gli antipasti meritevoli: melanzane, carciofi, pomodori e alici vengono confezionati sott’olio e sott’aceto secondo le più antiche tradizioni.
Ma arriviamo al primo: degna di nota, soprattutto a Stilo, è la pasta fatta in casa filata con il ferro secondo tradizione e condita con sughi dai sapori decisi, come il ragù di capra o una salsa di melanzane.
Le carni di manzo, vitello, maiale e capra oltre ad insaporire i sughi dei primi piatti, vengono preparati con maestria e si presentano in mille varianti come energici secondi. A fare da contorno numerose perle di produzione ortofrutticola delle nostre colline, come la nota Cipolla di Tropea IGP, le melanzane, i pomodori e le Patate della Sila IGP.
Dulcis in fundo, le infinite preparazioni con i fichi. Tra queste spiccano le crocette, di fichi secchi intrecciati tra loro a forma di croce, ripieni di noci e scorze di agrumi di stagione. Tra la gamma dei dessert anche le zeppole, le cuzzupe (i dolci della tradizione pasquale) e la dolce pignolata, simbolo di prosperità, ricoperta con il miele e insaporita con diversi aromi.
Attrazioni e punti di interesse
Esperienze insolite e curiosità
Passeggiando tra il labirinto di vicoli dei nostri borghi verrai ammaliato dal profumo di cucina che si infonde dalle finestre delle abitazioni. Qui, seguendo i dettami della tradizione, tramandata di generazione in generazione, si lavorano i generosi frutti che la terra ci offre. Quando arriva il momento del pranzo famiglie e amici, riuniti da un grande senso di comunità, si ritrovano nelle sale da pranzo o nei catoj per condividere momenti gioiosi e i piatti della tradizione. Ogni Borgo Degli Angeli ha uno o più cavalli di battaglia, capaci di stregare chiunque li assaggi, anche solo per una volta.
Scopriamone alcuni.
Se visiti Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, non puoi andartene senza aver deliziato il tuo palato con il fiscottino. Riconosciuto presidio Slowfood, si tratta di una ciambella croccante, aromatizzata con i profumatissimi semi di finocchio e generalmente accompagnata da liquori caserecci. Un tempo il fiscottino veniva servito in occasione dei festeggiamenti che precedevano le nozze, quando la famiglia della futura sposa esibiva il corredo e invitava i genitori dello sposo. Oggi nonostante si sia persa questa consuetudine, rimane comunque un piatto “da festa”.
Se passi per Badolato fermati a degustare il vino di proprietà nei catoj, le umide cantine dove viene custodito il nettare degli dei. Un bicchiere di rosso, accompagnato da fave appena raccolte e pecorini locali ti immergerà nella cultura badolatese, dove l’accoglienza è una delle maggiori specialità.
Poco più a sud si trova Santa Caterina dello Ionio, dove ti consigliamo di assaggiare le Clementine di Calabria IGP, che colorano gli agrumeti limitrofi e profumano dolci, marmellate e sciroppi. Qui in autunno potrai degustare un ottimo vino novello accompagnato dalle frittole, la carne di maiale che viene cucinata in un grande calderone, come detta la tradizione.
A Guardavalle il piatto del borgo è invece la “pasta ‘e casa con carna e crapa”, una gustosa pasta fatta in casa condita con il sugo di carne di capra. Qui, come in tanti paesi della nostra Calabria del resto, in occasione della Pasqua, potrai assaggiare i dolci tipici della tradizione: le cuzzupe. Questo dessert di origine orientale si compone di un pane dolce che avvolge un uovo, simbolo della resurrezione.
Se capiti invece dalle parti di Monasterace, non perderti i dolci e i liquori aromatizzati al bergamotto, un raro agrume che produce un olio essenziale molto pregiato. Un altro piatto degno di nota è costituito dalle zeppole con alici o con la ‘Nduja, due sapori forti che testimoniano la combinazioni ben riuscita tra mare e montagna.
Un buon momento per assaggiare i piatti tipici della tradizione stilese è invece il Palio di Ribusa, un festival rinascimentale dal carattere autentico e spettacolare. Tra le vie del borgo si respira un’aria seicentesca, profumata dall’abbondanza delle pietanze tradizionali.
Last but not least il pezzo forte di San Floro: i cullurielli. Un dolce fritto di tradizione cosentina che si gusta in occasione della vigilia di Natale e della vigilia dell’Immacolata. Se poi vuoi conoscere anche il versante salato non perderti la pasta prodotta con grano Senatore Cappelli, condita con profumatissimo finocchietto selvatico.
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Dove mangiare
Servizi turistici
Il periodo migliore
La fortunata conformazione della nostra terra, a cavallo tra mare e montagna, ci consente di godere dei suoi frutti 365 giorni l’anno. Ogni periodo ha le sue specialità e a noi piace da sempre assecondare la stagionalità dei prodotti, in modo da poter godere al meglio delle loro infinite proprietà.
Se l’autunno, si sa, è il momento ideale per apprezzare il vino in compagnia di insaccati, formaggi e conserve casarecce, il freddo dell’inverno esorta a riunirsi nelle sale da pranzo per degustare la carne e i primi più energici e consistenti. In primavera, quando la resa delle campagna è massima, si raccolgono i suoi frutti, che poi verranno trasformati in succulente prelibatezze, come i dolci della tradizione pasquale. L’estate è il periodo perfetto per apprezzare i sapori del mare e la frutta di stagione, melanzane e peperoni.
Ogni pietanza ha il suo momento, ma ricorda: è sempre un buon momento per venire in Calabria!
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